Mercoledì pomeriggio la manifestazione promossa dalla Pro Loco in onore di Sant’Antonio LA DEVOZIONE DEI PANIFICATORIL’Arcivescovo Ciliberti: un messaggio di speranza e condivisione Catanzaro- La statua del Santo varca la soglia della Chiesa. I fedeli applaudono. Anziani, giovani e intere famiglie. Fedeli che si ritrovano ancora insieme per testimoniare e rinnovare un sentimento di devozione intima ma condivisa dentro e fuori la Chiesa del Monte, a gremire navate e ad occupare intere strade. Onorano Sant’Antonio di Padova, “il grande taumaturgo”. Lo fanno seguendo i canoni di un rito antico quanto radicato nella cultura della tradizione religiosa delle genti del centro storico cittadino e della comunità cattolica tutta. La città celebra Sant’Antonio di Padova. E alla Chiesa del Monte tradizione vuole che alla Santa Messa pomeridiana, mercoledì scorso, officiata dall’Arcivescovo metropolita Antonio Ciliberti, segua la benedizione dei pani, proprio per trasmettere con ancora più chiarezza l’esempio lasciato in eredità dal giovane che divenne Santo e che dopo la morte legò indissolubilmente il suo ricordo al pane, per un miracolo. Il Santo – si tramanda – riportò in vita un bambino annegato nella vasca da bagno. La madre del ragazzo aveva promesso di offrire ai poveri tanto pane quanto fosse il peso del bambino, se questo fosse scampato alla morte. Nacque così la tradizione di offrire nel giorno di sant’Antonio, il pane benedetto alle famiglie, agli ammalati, ai bisognosi. Così mercoledì è stato fatto. Volontà di fede, questa, letta da frate Amedeo, rettore del convento dei Frati Minori Cappuccini della Chiesa del Monte, come il bisogno dei cristiani di recuperare il contatto con i santi. << Grandi -dice - non perchè hanno fatto miracoli, ma perchè sono state persone umane, che hanno amato e hanno sperato>>. Come Sant’Antonio, appunto. L’indirizzo pastorale parte da qui: un messaggio di speranza e di condivisione in un cammino teso a riappropriarsi dei valori della sussidiarietà e dell’altruismo, seguendo il Vangelo e la parola di Dio. La benedizione del pane è dunque il gesto simbolico che racchiude il senso di questo rito, anticipato, anche, dalla processione nel centro storico fino in piazza Educandato, luogo in cui l’Arcivescovo Ciliberti si è fermato ed insieme ai fedeli ha pregato ancora una volta e ha dato loro la benedizione in una piazzetta (Educandato), colorata dai damaschi appesi alle finestre degli antichi palazzi. Segno, i tessuti sventolanti, di un coinvolgimento certo religioso ma anche culturale e sociale che si perde nella storia della città e che negli ultimi anni ha subito l’impulso positivo della Pro Loco, presieduta da Giorgio Ventura, che ha inteso recuperare le tradizioni per valorizzarle e renderle ulteriormente segno distintivo della collettività, in un intreccio fra cultura, tradizione e fede. Francesco Anfosso |